L’AI come strumento che aiuti a produrre di più ma anche a pensare meglio

L’AI come strumento che aiuti a produrre di più ma anche a pensare meglio

Ogni anno il Relevance Report di USC Center for Public Relations identifica le questioni emergenti e le tendenze che hanno un impatto sulla società, il business e la comunicazione nell’anno successivo. Tra queste c’è l’intelligenza artificiale, della quale il report di questo 2024 sottolinea con lungimiranza il ruolo nella trasformazione delle comunicazioni e l’effetto sull’industria delle pubbliche relazioni, che di essa si servirà per innovare lo storytelling, l’efficienza e le informazioni basate sui dati.

Il Relevance Report del 2024 evidenzia lo slancio intorno all’uso e alla sperimentazione dell’IA all’interno di agenzie e organizzazioni e riporta i contributi di leader del settore PR, accademici e studenti laureati USC, nonché la ricerca condotta con WE Communications (“Energized by AI”) secondo le quali i PR professionisti che usano spesso l’intelligenza artificiale si sentono più apprezzati nei loro ruoli, con un aumento della soddisfazione sul lavoro del 93%.

Anche Microsoft ha contribuito al rapporto di quest’anno in diversi modi, tra cui uno studio del team diTools for Thought(T4T) intitolato “AI come strumento per il pensiero”, che a differenza della maggior parte delle ricerche condotte sull’intelligenza artificiale non si concentra sul suo ruolo nella risoluzione di attività specifiche per le persone, generando contenuti o automatizzando i processi, bensì sugli effetti che tale approccio può avere sulla cognizione umana, cioè modo in cui le persone pensano, imparano, costruiscono e fanno crescere le loro competenze.

L’obiettivo di Tools for Thought è aiutare i ricercatori e i costruttori di sistemi basati sull’AI a concentrarsi sulle persone, immaginando l’intelligenza artificiale come uno strumento che possa aiutarle non solo a produrre di più ma anche a “pensare meglio”; uno strumento che supporti l’intenzionalità individuale e collettiva, valorizzando le competenze nel pensiero critico e sviluppando culture di creatività e sperimentazione.

Secondo gli studiosi di Microsoft, l’AI dovrebbe aiutare non solo a fare un lavoro, ma anche a capire meglio il lavoro stesso, a pensare i contenuti in modo più critico -grazie anche a una visione più completa dell’intero flusso di lavoro-, a ottenere risposte migliori partendo da domande migliore, a prevedere ed esplorare l’ignoto anziché mantenersi sui processi noti. E questo dovrebbe essere valido non solo nel settore delle pubbliche relazioni, ma in qualsiasi ambito e in qualsiasi esperienza utente.

La ricerca di Tools for Thought parte dal presupposto che la cognizione possa essere supportata dagli strumenti di pensiero con i quali è chiamata a interagire, esamina come questo processo avvenga e indaga le possibili minacce (ma anche i possibili vantaggi) rappresentate dai sistemi di intelligenza artificiale al suo svolgimento. Per farlo il team è partito da diverse teorie della cognizione:

  • Metacognizione
  • Pensiero riflessivo e critico
  • Pensiero divergente e convergente
  • Apprendimento, richiamo e comprensione
  • Pianificazione di pianificazione
  • Pensiero individuale e distribuito
  • Processi decisionali

Tra le ipotesi che gli studiosi vorrebbero sviluppare c’è la possibilità di immaginare interfacce capaci di promuovere il pensiero critico, la memoria, la comprensione rispetto all’attività che si sta svolgendo quando si lavora con l’IA generativa, di sfruttare l’IA generativa per incoraggiare l’auto-riflessione e l’autoconsapevolezza della collaborazione, di progettare strumenti di intelligenza artificiale in grado di aumentare la cognizione umana e contribuire a costruire competenze e capacità negli utenti, ecc.

Per affrontare tutti questi temi, Microsoft si serve di un team interdisciplinare, che include esperti in scienze sociali, informatica, ingegneria e design.