La leva delle Pubbliche Relazioni al servizio dei diritti Lgbtqa+ nelle aziende in Italia, per una nuova cultura di impresa
“Parlare dei diritti Lgbtqa+ in queste ore in cui si conclude il mese dedicato al Pride in tutto il mondo è un’opportunità per capire come sfruttare al meglio la leva delle Pr in azienda su questo importantissimo tema. Ma anche per ribadire il ruolo cruciale – oggi piu’ che mai – delle Pubbliche Relazioni nella diffusione della cultura d’impresa e del suo necessario rinnovamento. Se è vero che per comodità riassumiamo in sigle come ESG i nuovi trend dell’etica finanziaria a cui i manager stanno allineando le imprese, non dobbiamo dimenticarci che i valori si sedimentano nel tempo e che richiedono processi lunghi fatti dalla capacità di costruire interazioni: le pubbliche relazioni sono anche queste, perché i dipendenti e i collaboratori sono il cuore ma anche la “pelle” delle imprese, piu’ esposta ai contatti con l’esterno. Una buona comunicazione interna è quindi fondamentale per la salute delle imprese e la loro redditività. Qualcosa su cui il mese del Pride ci spinge a riflettere e, mi auguro, ad agire”. (Cristina Cobildi, co-founder EncantoPR)
“Le attività di Pubbliche Relazioni permettono di aumentare la visibilità e la consapevolezza su temi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere, attraverso campagne di comunicazione mirate. Le PR consentono di raggiungere un pubblico ampio e trasversale, non solo la comunità LGBTQAI+. Avere il sostegno pubblico di persone eterosessuali è fondamentale per ottenere diritti e uguaglianza. Non bisogna essere gay per volere i diritti delle persone gay. Le PR sono utili per promuovere l’inclusione delle persone LGBTQA+ in ogni contesto di vita, come il mondo del lavoro. Comunicare l’importanza della diversità può essere un’opportunità da cogliere per le aziende”. (Maria Cristina Cadario, Senior PR EncatoPR)
Si chiude il Gay Pride Month: l’Italia ancora arranca nell’inclusione, ma le aziende sono un faro di speranza
In Italia la strada verso la completa inclusione della comunità LGBTQA+ è ancora in salita. Da quanto è emerso dalLgbt+ Diversity Index 2023 il Bel Paese si colloca solo al 34esimo posto su 49 paesi europei presi in esame in termini di diritti della comunità arcobaleno, con solo il 25% dei diritti pienamente realizzati. Un quadro legislativo ancora carente in alcune parti si innesta su un tessuto sociale, in alcuni casi, ancora intriso di pregiudizi e discriminazioni e restio alla completa assimilazione dei concetti di inclusione della diversità. Un aspetto preoccupante emerso dalle ricerche è che circa l’80% delle persone queer in Italia subisce insulti e atti di discriminazione legati al proprio orientamento sessuale. Questo fenomeno ha profonde implicazioni sulla salute mentale degli individui, come si legge sul documento Persone Lgbtqia+ e Linguaggio Inclusivo redatto dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia, spesso esacerbate dal cosiddetto Minority Stress e dal Gender Minority Stress, un aumento dello pressione sociale causato dalla discriminazione, dallo stigamtizzazione e dal pregiudizio verso le minoranze. Ovviamente accanto alle difficoltà nell’accettazione di una parte della società c’è un altro spicchio, in continuo ampliamento, che invece sta evolvendo rapidamente nell’apertura alla comunità queer.
L’azienda come fulcro dell’inclusione
L’ambito aziendale rappresenta uno dei fronti principali dove si stanno registrando progressi significativi. Secondo l’indice promosso dall’associazione Parks, il 64% delle aziende italiane partecipanti ha adottato politiche formali contro la discriminazione basata su orientamento sessuale e identità di genere. Un sondaggio di ManpowerGroup del 2022, inoltre, ha mostrato un ulteriore segnale incoraggiante: quasi il 60% delle persone LGBTQIA+ in Italia ha fatto coming out sul posto di lavoro, indice che proprio l’azienda sia spesso considerata un ambiente sicuro, caratterizzato da una crescente apertura e accettazione. Grandi imprese come Accenture (premiata come miglior grande azienda per l’inclusione LGBTQA in Italia per le politiche aziendali inclusive per i dipendenti), Pfizer e GE&BHGE (vincitrici ex aequo vincitrici ex aequo del premio per il miglior network LGBTQA in Italia), Sky (premiata come miglior alleato LGBTQA in azienda) IBM e Vector (premiata come miglior piccola/media impresa per l’inclusione LGBTQA) sono state considerate degli esempi per le loro politiche inclusive e per il supporto alla comunità queer. Questi riconoscimenti dimostrano come le politiche aziendali possano influenzare positivamente la cultura organizzativa e contribuire a creare ambienti di lavoro più accoglienti e rispettosi.
L’insegnamento dei nostri clienti
Sodexo
Sodexo, azienda leader nei servizi di ristorazione e facility management, ha sempre dimostrato il suo impegno per la diversità e l’inclusione della comunità LGBTQA+. Già dal 2022 l’azienda francese è attiva nella celebrazione del Pride Month attraverso diverse iniziative. Sodexo nel 2023 ha ottenuto per il terzo anno consecutivo il riconoscimento di “Advocate” nella classifica del Workplace Pride Global Benchmark, che misura le pratiche di inclusione LGBTQ+ delle aziende a livello internazionale. Questo premio dimostra l’impegno di Sodexo nel promuovere l’inclusione e una cultura basata sul rispetto, la comprensione e le pari opportunità. All’interno della struttura aziendale inoltre è presente una vasta rete interna di gruppi di dipendenti LGBTQ+ a livello globale, che celebrano la diversità, l’equità e l’inclusione. Sodexo ha anche aggiornato le sue condizioni generali di contratto per gli esercenti, facendo specifici riferimenti all’inclusione e alla non discriminazione. Queste azioni testimoniano l’impegno nel promuovere un ambiente di lavoro equo e inclusivo per tutti i dipendenti, a prescindere dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.
Lyondell Basell
LyondellBasell è una delle più grandi aziende al mondo nel campo dei materiali plastici, dei prodotti chimici e della raffinazione, particolarmente attiva nel promuovere la diversità, l’equità e l’inclusione per i suoi dipendenti a livello globale. L’azienda americana incoraggia i dipendenti LGBTQ+ ad esprimere la loro identità sul posto di lavoro e a sentirsi sicuri di parlare apertamente della loro vita personale. in quest’ottica ha rafforzato il suo impegno per la diversità fissando nuovi obiettivi al fine di aumentare la rappresentanza di leader senior diversificati a livello globale entro il 2032. “Il Pride Month consiste nell’incontrare le persone ovunque si trovino nella loro vita e nell’accettare tutte le persone per quello che sono – dichiara Trisha Conley, EVP People and Culture Lyondell Basell – senza alcun giudizio, riconoscendo e apprezzando il fatto che ci vogliono tutti i tipi di persone per rendere questo mondo il posto brillante che è”.
L’esempio virtuoso di KARIN ANN, artista queer attivista diritti LGBTQA+
Karin Ann, 21 cantautrice slovacca, è considerata una delle figure più interessanti della scena musicale odierna ed è nota per il suo attivismo a favore dei diritti LGBTQA+ . La sua musica affronta temi come l’uguaglianza di genere, la salute mentale e i diritti umani, esplorando le lotte interiori dei giovani. In particolare, il suo singolo “I don’t believe in God” è una riflessione sui dilemmi spirituali, influenzata dalla sua esperienza come donna queer in un ambiente conservatore e cristiano. Karin è la prima artista slovacca ad apparire sul Billboard a Times Square nel 2021 come parte dell’EQUAL Music Program di Spotify. Inoltre, la giovane cantante è stata selezionata per far parte del programma GLOW di Spotify, che promuove gli artisti della comunità LGBTQIA+ .Il supporto della piattaforma musicale numero uno al mondo ha dato un fondamentale aiuto a Karin Ann nell’emergere come artista rappresentante della categoria queer.