Benanti: cruciale il ruolo del giornalista sul rapporto tra AI e informazione

Benanti: cruciale il ruolo del giornalista sul rapporto tra AI e informazione

In un mondo sommerso da informazioni, spesso fuorvianti, il giornalismo ricopre un importante ruolo nel funzionamento della democrazia svolgendo un lavoro di orientamento dell’opinione pubblica e di sorveglianza di chi detiene il potere nella società civile.
È da questo concetto che partono i lavori del neoeletto presidente della Commissione governativa sull’AI Paolo Benanti, teologo del terzo ordine di San Francesco, professore alla Pontificia Università Gregoriana, consigliere di papa Francesco sui temi dell’intelligenza artificiale e membro del Comitato sull’AI dell’Onu.

“È vero che il legame tra AI e informazione è cruciale. Ci sono tre temi su cui stiamo lavorando: il primo è soprattutto la valorizzazione della professione dei giornalisti che sono figure di garanzia nel processo democratico” dichiara padre Benanti (Il Corriere).

Nell’ultimo decennio il panorama dell’informazione e del giornalismo è stato investito da grossi cambiamenti che ne hanno influenzato la struttura. Il transito dal cartaceo al digitale, la necessità di rapidità e costante aggiornamento, la nascita di nuovi formati comunicativi multimediali e l’affiancamento dei social media ai canali tradizionali di diffusione delle notizie hanno reso necessario l’adattamento dei professionisti alle nuove pratiche di comunicazione.

Oggi il diffondersi dell’Intelligenza Artificiale (IA), accelerata dall’introduzione nel 2022 di ChatGPT, sembra presupporre un nuovo cambio di passo. Le IA generative sono in grado di produrre autonomamente testi, immagini e altri contenuti multimediali partendo da una descrizione di input detta “prompt”. Le loro funzionalità rappresentano un’innovazione capace di rivoluzionare il lavoro svolto in redazione, velocizzando le fasi compilative e ripetitive e supportando i giornalisti nella raccolta e analisi dei dati e nella creazione di contenuti.

Sono molte le potenzialità dell’IA applicata al giornalismo e tra esse figurano la raccolta di notizie con attività di monitoraggio dei trend e degli eventi e l’estrazione automatizzata di informazioni e contenuti da grandi database; la produzione di notizie attraverso strumenti di editing assistito, creazione di testi data-driven, trasformazione di un contenuto in formati differenti a seconda del canale e del target; la distribuzione delle notizie con un miglioramento della pertinenza e quindi dell’esperienza del lettore in base al suo comportamento e alle sue abitudini (odg.it)

Gli esempi di chi sta già sfruttando queste tecnologie sono diversi: alcuni giornali statunitensi usano gli algoritmi per stabilire quando far pagare gli articoli a un lettore e per prevedere il sentiment di un articolo. A Londra, testate come il Times fanno una dettagliata analisi del comportamento utente al fine di realizzare strategie di contenuto basandosi dui dati (fonte odg.it).

Tuttavia l’affidamento del mondo dell’informazione all’Intelligenza artificiale non è esente da minacce e dubbi di natura etica.
Il professor Benanti continua: “abbiamo una macchina che è capace di “narrare”, capace di raccontare storie e le storie possono contribuire a formare l’opinione pubblica. Questa macchina può dunque essere utilizzata per scopi che non sono esattamente positivi, come quelli di aumentare l’odio sociale o creare nemici laddove non esistono. Una macchina che può influenzare così tanto l’opinione pubblica è chiaramente una macchina da guardare con molta attenzione, soprattutto da quegli organismi che hanno una volontà di collaborare a quella che è la pace globale o a un equo sviluppo” (Ilsole24ore.com).

Il giornalismo, quale fonte autorevole di informazioni, rappresenta un servizio pubblico ancora insostituibile che permette ai cittadini la fruizione di notizie pensate, curate e verificate. Le macchine non sono in grado di scrivere articoli di qualità in autonomia, poiché le informazioni in loro possesso sono spesso inesatte, limitate e intrise di bias. “Nel giornalismo c’è una forte missione sociale che l’automazione dell’informazione porterebbe all’estinzione” sottolinea Benanti (Corriere Della Sera).

Il contributo dei giornalisti rimane dunque ancora fondamentale, tuttavia è probabile che in futuro essi debbano imparare a lavorare insieme all’IA integrando competenze di supervisione e controllo di questi sistemi.