24 anni, l’età media dei soci di Friendz, la start up che fa impazzire le multinazionali

Non bisogna farsi tradire dalla voce di Cecilia, perché altrimenti si commette un grave errore.  I giovanissimi di Friendz, tutti sotto i 24 anni, li abbiamo incontrati per la prima volta in Asseprim, la Camera di Commercio li ha voluti in un loro convegno per professionisti, giornalisti e piccoli imprenditori. Si trattava di un incontro sulle proprietà intangibili come il valore dei dati che ognuno di noi dà gratuitamente in cambio della nostra presenza sui social, per esempio.

Lì si sono raccontati, un’idea nata per caso intorno a un tavolo e che invece era più grande di loro, perché ora pagano oltre 35 stipendi, quelli dei loro collaboratori.

 Come funziona Friendz?

Obbiettivo, cogliere l’opportunità che ruota intorno a influencer come Chiara Ferragni, inseguita dalle più grandi aziende in cambio di cospicui cachet.

Invece di un influencer famosa hanno raccolto una community di 160 mila affiliati pronti a farsi delle foto con prodotto da postare sui loro social. Ogni mattina svegliano la community con un briefing dettagliato di richieste, chiedendo una precisa scenografia, possibilmente con il prodotto del brand inserito. In cambio danno contributi in buoni da spendere come si desidera, avendo accordi con Amazon e molte altre piattaforme.

Il meccanismo ha funzionato e funziona molto bene, tanto che se si va sul loro sito l’elenco delle multinazionali che li hanno ingaggiati è infinito.