Una buona notizia: anche la COLLABORAZIONE si remotizza e … ci aiuta a CRESCERE E COMPETERE!

La nostra vita a distanza ha impattato e cambiato profondamente molte delle nostre esperienze sia personali che professionali. Ora gli incontri con gli amici e in generale la nostra socialità in senso lato è forse un po’ diminuita; dopo un entusiasmo iniziale per la remotizzazione è subentrata un po’ di stanchezza.

Anche i ragazzi hanno iniziato la DAD con curiosità e forse contentezza per i vantaggi fisico-logistici della cosa forse anche attratti dalla possibilità di “alleggerire le verifiche”. Ma ora gli svantaggi li hanno annientati e hanno una gran nostalgia delle esperienze reali.

Dinamiche direi simili nel mondo professionale che in realtà era l’unico ad avere delle basi, se non consolidate almeno accennate. Il lavoro e i meetings almeno in parte da remoto erano già abbastanza diffusi e man man che i nostri orizzonti territoriali si sono ampliati ci siamo adeguati. La riunione da remoto da eccezione è diventata la norma e se prima ci stancavamo e forse anche distraevamo dopo un meeting virtuale di due ore, abbiamo imparato a resistere per una giornata intera.

Anche in questo caso però il troppo storpia: ora abbiamo nostalgia del reale, dei nostri uffici, dei nostri colleghi e dei caffè alla macchinetta. Però ci sono processi e comportamenti che la remotizzazione ha facilitato: parlo della formazione e del business coaching, ma soprattutto di comportamenti di cui a mio avviso c’è un grandissimo bisogno nelle organizzazioni ora ma non solo ora: la collaborazione.

Pier Luigi Milani, Managing Parter di EX UNO ed Executive Business Coach, ci spiega cosa significa far coaching e formazione a distanza e affronta questi aspetti di trasformazione, collaborazione e miglioramento in un libro appena pubblicato: Group Coaching e Training con Piattaforme Digitali, 2021, KDP, Amazon Kindle.

Il libro sarà presentato venerdì 26 marzo alle ore 17, in diretta streaming Intesys https://bit.ly/3vOgQpQ

1. Pierluigi ritieni che sia più facile fare coaching e training di persona o con le piattaforme digitali?

Io mi occupo di business training e coaching da tanti anni e fino al 2019 ho lavorato solo con incontri personali. Mi sono sempre rifiutato di lavorare al telefono, per cogliere anche gli aspetti non-verbali e le sfumature del body language, sono molto attento anche a tutti gli aspetti prossemici, la gestione dello spazio, ad esempio la lateralità e la frontalità, la distanza personale e sociale, insomma tutti gli aspetti che un business coach e un trainer esperto devono padroneggiare per essere davvero efficaci.

All’inizio della pandemia ho velocemente iniziato a lavorare solo con piattaforme digitali: ho realizzato che mi si è aperto un mondo nuovo fatto di spontaneità, di collaborazione, di flessibilità e di nuove opportunità. Sono rimasto molto colpito da queste nuove possibilità e le ho studiate e approfondite.

Le piattaforme digitali aprono allo scambio e alla collaborazione, in molte situazioni sono utilissime e fanno anche risparmiare tempo e denaro eliminando gli aspetti logistici: sono per tutti.

Soprattutto abbiamo verificato che con le piattaforme digitali è più facile fare group coaching.

2. Spiegaci cos’è il Group Coaching.

Il Group Coaching è una particolare e nuova metodologia di business coaching che celebra e favorisce la collaborazione. Si decide di fare un pezzo di strada insieme ad un gruppo di persone, dalle 6 alle 10, che hanno un interesse di sviluppo in comune. Il processo è guidato da due coach che facilitano il percorso e il processo favorendo una grande attenzione sia ai contenuti, sia agli obiettivi dei singoli partecipanti, sia al processo. Si cresce insieme partendo da punti di partenza differenti

Con il team di colleghi di EX UNO, una società di Milano specializzata in training manageriale e business coaching, abbiamo messo a punto una metodologia di Group Coaching molto efficace che abbiamo presentato nel dettaglio nel mio libro pubblicato a gennaio 2021.

In Italia effettivamente è una modalità di coaching non ancora molto diffusa, ma a mio parere è l’area del coaching più promettente, anche perché celebra la collaborazione, l’inclusione e la diversity: con la flessibilità delle piattaforme digitali si possono creare percorsi flessibili, modulabili, ricchi di valore e sostenibili.

3. Quindi la buona notizia è che il group coaching è un grande facilitatore della collaborazione.

Certo, la collaborazione è uno degli aspetti centrale dell’esperienza di crescita, si impara a lavorare e a confrontarsi con le altre persone in modo autentico e diretto, si apprende in modo molto pratico a darsi feed-back efficaci e ad ascoltare l’altro in modo attento ed empatico. Si impara a considerare una pluralità di stimoli e di punti di vista differenti. Si sperimenta sul campo che la collaborazione è indispensabile per la competizione.

4. Quale è il messaggio valoriale finale?

Penso che l’apertura alle nuove tecnologie di comunicazione sia indispensabile: lo smart working non sarà un fenomeno transitorio. Con questo metodo e con queste tecnologie possiamo lavorare insieme agli altri per migliorarci; questo è a mio avviso uno degli aspetti più affascinanti dell’esperienza umana.

Natale, quando arriva arriva

Come nella vita privata, anche nelle aziende il Natale è un momento importante.

Il momento in cui generalmente si passa qualche ora insieme in leggerezza e si comunica, celebrando i successi, facendo il punto sul cammino dell’azienda e sui suoi risultati e parlando dei piani futuri. Attività fondamentali per rendere tutta l’azienda partecipe del presente e del futuro.

Quest’anno non sarà possibile fare nulla di persona ma non possiamo sottovalutare questo appuntamento o dimenticarcene. È essenziale ricreare un clima di incontro, scambio e confronto simile alla presenza, senza limitarci però ad interventi unidirezionali e per nulla interattivi.

In un momento difficile come questo la comunicazione interna infatti è fondamentale per condividere e rafforzare il senso di appartenenza all’azienda. Le persone subiscono le influenze di questo clima di incertezza, e magari sentono la lontananza e la solitudine: questo ha implicazioni nell’engagement e può averne anche sulla qualità del lavoro e sulla produttività.

È quindi a maggior ragione il momento di celebrare i successi e la resilienza dell’azienda che è già di per se un successo. E poi condividere i piani e progetti futuri, rendendo le persone partecipi degli obiettivi e del purpose dell’organizzazione per facilitare una visione di lungo periodo ed un’idea costruttiva di futuro.

Tutto questo senza limitarci però ad interventi standard, unidirezionali e senza un po’ di leggerezza. Fondamentale proprio quest’anno non perdere il lato umano e un po’ di divertimento. Si possono organizzare hangout sociali in cui fare cose insieme, anche insolite come sessioni di yoga o di danza o tutorial messi a disposizione dai più bravi in alcuni “topics natalizi”; come addobbare la casa fai da te.

Oppure creare vere e proprie trasmissioni televisive in cui trattare argomenti seri ma anche leggeri come un quiz sui temi aziendali. Oppure trovare un collega che è disposto a mostrare il suo lato umano più vero e raccontare ad altri le come ha superato i suoi problemi.

In questo Natale particolare, infine una considerazione sulle aziende che prima erano solo concorrenti nel mercato e oggi invece si stanno supportando l’un l’altro nei confronti dei clienti.

Per loro un Natale virtuale da celebrare insieme è la riconferma che nessuno si salva da solo e che dando insieme voce alle aziende possono essere più forti.

Buon Natale, Elisabetta