Upday, giornalismo e algoritmi: la lezione di Alex Springer

Dopo Repubblica.it, Corriere,it e TGcom, Upday è stato il media più letto nel mese di febbraio in Italia (Prima comunicazione). Upday è una soluzione innovativa di fruizione delle notizie (su Smartphone Samsung) che unisce la classica redazione giornalistica, con professionisti della notizia,  alla potenza del digital, degli algoritmi e app negli smartphone. Non si tratta di un aggregatore di notizie, ma di una nuova forma di giornalismo che utilizza professionisti per selezionare e verificare le notizie, oltre che per scriverle.

“Nostro compito è valorizzare il frutto dell’incontro tra Samsung e Axel Springer” spiega Massimo Crotti, direttore Sales house Italiaonline, concessionaria per l’Italia di Upday. “Non vogliamo pensarla come una piattaforma, ma come a una realtà che cresce ogni giorno di più. Negli ultimi quattro mesi, ad esempio, abbiamo guadagnato oltre 700.000 visitatori unici nel giorno medio, raggiungendo i 1,9 milioni di VU, e i 3,2 milioni di VU nel mese”. “Ma se guardiamo ad Upday nei maggiori paesi europei”, conclude Crotti, “vediamo che c’è un ampio margine per ulteriore sviluppo. In Germania raggiungiamo 7,5 milioni di VU, in UK  5,6 milioni, in Francia 5 milioni di persone. E in Italia siano over-rappresentati nella fascia dei 18-25enni, con un +30% che è un chiaro indice di dove sta andando il futuro”.  

Un’importante lezione anche per le pubbliche relazioni impegnate nella salvaguardia della reputazione e del posizionamento aziendale in un momento in cui l’editoria non ha ancora compiuto una vera trasformazione digitale.   “Il faticoso adattamento del giornalismo ai nuovi media – spiega Cristina Cobildi di Encanto Public Relations –  ha messo in discussione la stessa importanza e ruolo della stampa nella cultura d’impresa a favore della comunicazione degli influencer. Va detto invece che i due ruoli che oggi purtroppo si sovrappongono vanno tenuti distinti e valorizzati nella loro diversità. Come per gli annunci pubblicitari esistono molti modi di rendere la visibilità di un brand”.