Ufficio stampa: come cambia la “notizia” di brand ai tempi del Coronavirus per coinvolgere giornalista e consumatore

Ufficio stampa: come  cambia  la “notizia” di brand ai tempi del Coronavirus per coinvolgere giornalista e consumatore
di Veronica Carminati
La situazione mondiale per il coronavirus sta radicalmente cambiando il modo di lavorare di ciascuno.
Anche a noi, che lavoriamo nella comunicazione, è richiesto un “cambio di prospettiva”, non solo in termini di modalità e strumenti di lavoro, da  casa in video conferenza, ma anche di contenuti: diventa più che mai necessario chiedersi cosa sia in questo periodo una notizia interessante da diffondere e che supporti l’attività dei nostri clienti.
Fino a qualche settimana fa eravamo sempre alla spasmodica ricerca di novità, dell’inconsueto e dello straordinario, mai scritto e visto prima, ora questa pandemia senza precedenti obbliga noi e le aziende per cui lavoriamo ad una notiziabilità diversa che “scavi” all’interno delle aziende stesse.
Le informazioni di “background”, quelle che facevano parte della storia dell’azienda e del suo DNA, possono costituire la linfa per una comunicazione diversa e nuova, soprattutto se sono legate alle specifiche esigenze di informazione di questo periodo. Un paio di esempi.
Il salumificio Citterio è stato il primo, già nel 1958, a introdurre la produzione di affettati sottovuoto di cui ancora oggi è leader di mercato. Questa informazione fino ad oggi era un dato acquisito, non era tema di comunicazione che si concentrava su lanci di nuovi prodotti, ricette, iniziative e collaborazioni.
Lo scenario ora è completamente cambiato: la sicurezza alimentare e la conservazione dei cibi sono oggi più che mai un tema molto sensibile, di primaria importanza per i consumatori. Tutti si chiedono se i cibi sono sicuri e non sono veicolo nella trasmissione del virus. La “vaschetta” diventa “la notizia” proprio perché tratta della sicurezza del metodo di conservazione, che permette di evitare la proliferazione di batteri, funghi, muffe e altre sostanze tossiche per l’uomo e di mantenere i cibi inalterati il più a lungo possibile. Non solo. Gli spazi dove vengono confezionati i prodotti Citterio sono delle “camere bianche” di tipo ospedaliero, sterilizzate e asettiche, un ulteriore passo nella direzione della tutela del consumatore. La “vaschetta” diventa così perno di tutta la comunicazione.
Un altro esempio è Renaissance, azienda del Gruppo El.En, uno dei primi tre gruppi al mondo nel settore dei laser a uso medicale; per loro promuoviamo due dei prodotti più innovativi: il laser ginecologico Monnalisa Touch e le microonde per la cellulite Onda Coolwaves. Fino ad oggi la comunicazione aveva avuto come focus proprio la novità del prodotto ed era destinata non solo al consumatore finale ma anche a medici ospedalieri, chirurghi estetici dermatologi.
In epoca di coronavirus c’è un cambio di prospettiva, Renaissance ha uno straordinario team di R&D e IT che in questi anni ha permesso, con le sue “invenzioni” una crescita a doppia cifra dell’azienda. Queste stesse persone in poco tempo hanno messo a disposizione per tutti i dipendenti, in azienda, un sistema per lo screening della temperatura corporea garantendone così la sicurezza. Una notizia che può essere lo spunto di cronaca per raccontare, per la prima volta, le persone dietro a queste soluzioni così innovative.
E’ questo il modo di lavorare diverso che ci viene chiesto, un approccio intelligente che, in un momento quasi sospeso e di attesa, valorizzi la “miniera” di notizie che ciascun azienda ha e le metta in relazione con un contesto completamente cambiato.  Per una comunicazione che sia utile e interessante per le nostre aziende e per chi ci legge.